23 dicembre. Approfondimenti





Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Discorso sulla natività di Giovanni Battista ; 293,3

« Gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio »

Zaccaria tace e perde la parola fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore, che gli rende la parola. Che cosa significa il silenzio di Zaccaria se non che la profezia è scomparsa, e, prima dell'annunzio di Cristo, come nascosta e sigillata ? Si apre al momento del suo avvento, diviene chiara in virtù dell'arrivo di colui che era annunziato dalla profezia. La parola resa a Zaccaria alla nascita di Giovanni corrisponde al velo squarciato in due alla morte di Gesù sulla croce. Se Giovanni avesse annunciato se stesso, la bocca di Zaccaria non si sarebbe riaperta.

La parola gli è stata resa perché nasce colui che è la voce ; infatti domandavano a Giovanni che già stava annunciando il Signore : « Chi sei tu ? » Ed egli rispose : « Io sono voce di uno che grida nel deserto ». La voce è Giovanni, mentre il Signore è la Parola : « In principio era il Verbo ». Giovanni è la voce per un po' di tempo ; Cristo è il Verbo fin dal principio, è il Verbo eterno.



San Massimo di Torino ( ? - circa 420), vescovo 
Sermone 57, sulla nascita di Giovanni Battista, 1; PL 57,647 (trad. dal francese)

«Tua moglie ti darà un figlio... Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita» (Lc 1,13-14)

        Dio aveva predestinato Giovanni Battista a proclamare la gioia degli uomini e l'esultanza dei cieli. Il mondo ha udito dalle sue labbra le parole ammirabili che annunciavano la presenza del Redentore, l'Agnello di Dio (Gv 1,29). Quando i genitori avevano perso ogni speranza di avere un figlio, l'angelo, messaggero di un così grande mistero, l'ha mandato come testimone del Signore prima ancora che nascesse (Lc 1,41)...

        Ha riempito di gioia eterna il grembo di sua madre, mentre ella lo portava in sé... Infatti nel Vangelo  leggiamo queste parole di Elisabetta a Maria: «Appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?» (Lc 1,43-44)... Mentre nella sua vecchiaia si doleva di non aver dato un figlio al marito, ecco che mette al mondo un figlio che è anche messaggero della salvezza eterna per il mondo intero. Un messaggero tale che, prima ancora di nascere, ha esercitato il privilegio del suo futuro ministero manifestando il suo spirito di profezia attraverso le parole della madre.

        Poi, per la potenza del nome che l'angelo gli aveva dato, ha aperto la bocca di suo padre, chiusa dall'incredulità (Lc 1,13.20).  Zaccaria infatti era diventato muto non per restare muto, ma per riacquistare divinamente l'uso della parola e confermare con un segno celeste che suo figlio era un profeta. Il Vangelo dice di Giovanni: «Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui» (Gv 1,7-8). Certamente egli non era la Luce, ma era completamente nella luce colui che ha meritato di rendere testimonianza alla Luce vera.






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