Lunedì della III settimana del Tempo di Avvento. Approfondimenti





P. F. Manns. L'ULTIMO PROFETA.
Sulle tracce di Giovanni il Battista









San Cirillo di Gerusalemme (313-350), vescovo di Gerusalemme, dottore della Chiesa 
Catechesi 12, 6-8


« Perché dunque non gli avete creduto ? »


I profeti sono stati inviati, insieme con Mosè, per guarire Israele ; loro però curavano tra le lacrime, non riuscendo a dominare il male, come ha detto uno di loro: «Ahimé! L'uomo pio è scomparso dalla terra» (Mi 7,2)... Grande era la ferita dell'umanità; dalla pianta dei piedi alla testa non c'era una parte sana, nessun punto dove poter mettere fascia, o olio, o benda (Is 1,6). I profeti sfiniti dalle lacrime dicevano: «Chi verrà da Sion a dare la salvezza?» (Sal 14,7)... E un altro profeta supplica in questi termini: «Signore, piega il tuo cielo e scendi» (Sal 144,5). Le ferite dell'umanità superano i nostri rimedi. Hanno ucciso i profeti e demolito i tuoi altari (1 R 19,20). La nostra miseria non può essere guarita da noi ; abbiamo bisogno di te per rialzarci.


Il Signore ha esaudito la preghiera dei profeti. Il Padre non ha disprezzato la nostra razza straziata ; ha mandato dal cielo suo Figlio come medico. «Viene il Signore che voi cercate, e subito verrà» dice un profeta. Dove? «Nel suo Tempio» (Ml 3,1), dove avete lapidato il suo profeta (2 Cr 24,21)... Dio ha detto ancora: «Ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore» (Zc 2,14) ... Ora verrà a radunare tutti i popoli e tutte le lingue (Is 66,18), poiché «venne fra la sua gente ma i suoi non l'hanno accolto» (Gv 1,11).


Vieni; e cosa doni alle genti? «Io verrò a radunare tutti i popoli. Io porrò in essi un segno» (Is 66,19). Infatti in seguito al mio combattimento sulla croce, dono a ciascuno dei miei soldati di portare sulla fronte il sigillo regale (Ap 7,4). Un altro profeta ha detto: «Abbassò i cieli e discese, fosca caligine sotto i suoi piedi» (Sal 18,10). Ma la sua discesa dai cieli è rimasta sconosciuta dagli uomini.





San Beda il Venerabile 

« Tutti considerano Giovanni un profeta »

Se ci interroghiamo sul perché Giovanni battezzasse, con un  battesimo che non poteva tuttavia rimettere i peccati, il motivo è chiaro: per essere fedele al suo ministero di precursore, doveva battezzare prima del Signore, così come era nato prima di lui, predicava prima di lui e sarebbe morto prima di lui. Allo stesso tempo, serviva per impedire che l'invidia litigiosa dei farisei e degli scribi avesse influenza negativa sul ministero del Signore, nel caso in cui egli avesse dato per primo il battesimo agli uomini. “Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?” Siccome non avrebbero osato negare che fosse venuto dal cielo, sarebbero stati costretti a riconoscere che anche le opere di colui che Giovanni predicava erano anch’esse compiute da un potere che veniva dal cielo. Tuttavia, anche se il battesimo di Giovanni non rimetteva i peccati, non era per questo senza frutto per coloro che lo ricevevano... Era un segno di fede e di pentimento, cioè richiamava tutti ad astenersi dal peccato, praticare l'elemosina, credere in Cristo, e affrettarsi verso il suo battesimo, appena fosse apparso, per esservi lavati per la remissione dei peccati.
   
D'altronde il deserto dove Giovanni dimorava rappresenta la vita dei santi che rinunciano ai piaceri di questo mondo. Che essi vivano nella solitudine o mescolati alle folle, senza sosta tendono con tutta l'anima a distaccarsi dai desideri del mondo presente; trovano la loro gioia nell'avere Dio solo nel segreto del loro cuore, e nel porre la loro speranza in lui solo. Verso questa solitudine dell'anima, carissima a Dio, il profeta desiderava andare, con l’aiuto dello Spirito Santo, quando diceva: “Chi mi darà ali come di colomba, per volare e trovare riposo?” (Sal 55,7).



J. Danieolou. Il battesimo di Giovanni.


La missione di Giovanni non è consistita soltanto nel predicare ma anche, nel battezzare. Ed è tanto importante questo aspetto della sua missione che ad esso si riferisce il nome che propriamente, lo definisce: Giovanni il Battista. Infatti, ai suoi contemporanei è apparso soprattutto come colui che battezza «e venne a predicare il battesimo di penitenza per la remissione dei peccati» (Lc. 3, 3). E le folle accorrevano per farsi battezzare. Essenziale è quindi il capire a che cosa corrisponda questo battesimo, che significato abbia nella missione di Giovanni e nella preparazione della Parusia. Allora soltanto la missione di Giovanni ci apparirà nella sua totalità.

Il Battesimo, cioè il rito religioso dell'immersione in un'acqua corrente, non è stato inventato da Giovanni. Come la maggior parte dei riti, anche questo fa già parte della religione naturale e si trova in una gran parte delle religioni con significati diversi, dei quali il più comune è quello della purificazione. In particolare, il battesimo sembra legato alla tradizione dei popoli che abitavano le rive del Giordano. Non era un rito ebraico. Inoltre il Giordano non occupa molta parte nella Bibbia. Tuttavia esiste un episodio significativo. Sappiamo che il generale siriano Naaman, per ordine di Eliseo, si immerge tre volte nel fiume ed è guarito dalla lebbra. L'esistenza di battesimi nel fiume Giordano al tempo di Giovanni è confermata dal fatto che questo rito viene praticato in numerose sette. J. Thomas è stato in grado di scrivere un importante libro sul movimento battista al tempo di Cristo in Galilea e in Giudea.

Ciò che importa, quindi, non è tanto il rito dell'immersione nel Giordano, ma il significato che ad esso attribuisce Giovanni.

Ora, assai evidente è il suo legame alla conversione, alla penitenza. Giovanni predica « un battesimo di penitenza ». L'immersione nel Giordano esprime ed insieme ratifica tale conversione. Essa vuol significare la volontà di rottura con l'esistenza passata e la nascita ad un'esistenza. nuova. In questo senso, il significato del battesimo giovanneo, antic1pa quello del battesimo cristiano. Del resto, è evidente che il battesimo cristiano si colloca nel prolungamento del battesimo di Giovanni e non in quello di altri riti quali il battesimo dei proseliti ebrei o le abluzioni dei monaci esseni.
Tuttavia vi è ancora un abisso fra il battesimo di Giovanni ed il battesimo cristiano. Lo dichiara lo stesso Giovanni quando dice: «lo vi ho battezzati nell'acqua ma Egli vi battezzerà nello Spirito Santo» (Mc. 1, 8). Il battesimo cristiano farà seguito alla Parusia, alla venuta della Gloria del Signore, all'effusione dello Spirito alla Pentecoste. Appartiene al mondo della nuova creazione, già realizzato nella Gloria del Cristo risorto. Sarà il segno visibile ed efficace, il sacramento della partecipazione alla vita del Cristo risorto. Questo fiume d'acqua viva che sgorga dal trono di Dio e dell'Agnello e che è lo Spirito Santo medesimo effuso sopra gli uomini con il battesimo, trasforma questi uomini in creature nuove, il nuovo Paradiso fatto di alberi vivi, il nuovo Tempio fatto di pietre vive.

Non così il battesimo di Giovanni. Egli non,' può donare lo Spirito, perché lo Spirito non è ancora stato donato. Ma predispone al dono di esso. Appartiene all'ordine delle preparazioni e tuttavia segna un percorso decisivo. Sancisce la conversione ,dei cuori attraverso un procedimento visibile, costituito una rottura con il passato.

Attesta l'insufficienza di appartenere all'antico Israele. Aggrega ad una comunità nuova, la comunità di coloro che si predispongono alla venuta del Signore. E questo è così vero che anche dopo la venuta della Gloria di Dio nel Cristo i discepoli di Giovanni continueranno a formare: un gruppo a sé. Li incontriamo nel Vangelo dove vediamo che Giovanni li orienta verso il Cristo, ma li incontriamo anche negli Atti degli Apostoli che riferiscono, che ad Efeso vi sono uomini che conoscono soltanto il battesimo di Giovanni (19, 3). E Paolo dice loro: « Giovanni ha battezzato con, il battesimo di penitenza dicendo al popolo di credere in Colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè Gesù» (19, 4). 

Il ruolo di Giovanni nella storia assume qui una consistenza nuova. Egli non è soltanto predicatore di un messaggio, ma creatore di una comunità. Benché lo spazio che occupa tale comunità sia molto ristretto, ciò nondimeno essa costituisce un passaggio intermedio fra il popolo dell'Antico Testamento e la Chiesa della Nuova Alleanza. I discepoli di Giovanni non sono più semplicemente i figli di Abramo, sono la comunità di coloro che si sono convertiti negli ultimi tempi, sono coloro che si preparano al compimento delle promesse profetiche; essi appartengono ancora ai tempi della preparazione, non sono ancora la Chiesa dei risorti. Tuttavia, quale fondatore di una comunità, il ruolo di Precursore di Giovanni ci appare sotto una luce nuova. Egli non prepara soltanto il Cristo ma anche abbozza già la struttura (1) della Chiesa come comunità e del battesimo come rito di aggregazione a questa comunità.

La predicazione della conversione in vista del Giudizio che viene è dunque il contenuto essenziale della missione di Giovanni, rimarrà una parte essenziale della missione della Chiesa, ed era già stata in precedenza una parte essenziale della missione dei profeti. Sono queste le stesse realtà fondamentali che incontriamo via via nelle diverse epoche della Storia sacra. Le loro modificazioni dipendono dall'essere situate a tappe diverse di tale Storia. Altro è la tappa profetica altro la tappa giovannea, altro quella della Chiesa. Ma poiché gli atteggiamenti sono pur sempre i medesimi, quanto appartiene ad un'età resta valido anche per le altre. Così è per il messaggio di Giovanni. Anche se, storicamente, corrisponde al periodo che precede la prima Parusia, questo messaggio di conversione del cuore in vista della venuta del Signore, resta vivo e valido durante tutto il tempo della Chiesa, nel quale la Chiesa tutta intera è ufficialmente inviata dalla Trinità a predicare all'umanità la conversione del cuore in vista della seconda Parusia, la venuta definitiva della Gloria.

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