S. Ambrogio. L'obolo della vedova


La Scrittura ... insegna anche come convenga essere misericordiosi e generosi verso i poveri e che non bisogna tirarsi indietro in considerazione della propria povertà, perché la generosità non si valuta in base all'ammontare dei beni donati, ma in base alla 
disposizione d'animo con cui si fa la donazione. Pertanto le parole del Signore antepongono a tutti quella vedova di cui egli dice: Questa vedova ha dato più di tutti. Con tale giudizio il Signore da tutti un insegnamento morale: che nessuno, per la vergognadi essere povero, sia distolto dal prestare il proprio servizio; né i ricchi si facciano illusioni per il fatto che credono di dare di più dei poveri. Infatti vale di 
più una monetina presa dal poco che un tesoro attinto da una ricchezza grandissima, poiché si valuta non quanto si dà, ma quanto resta. Nessuno dà di più di chi non conserva per sé. 
Perché tu, che sei ricca, ti vanti al confronto con chi è povero? E mentre ti copri tutta d'oro, strascicando la veste preziosa per terra, come fossi da meno e piccola di fronte alle tue ricchezze, vuoi essere onorata perché hai superato nelle elemosine il povero? Anche i fiumi straripano quando ridondano; tuttavia è più gradito bere ad un ruscello. Anche i mosti spumeggiano; quando fermentano, e l'agricoltore non giudica un danno ciò che si versa. Mentre le aie gemono, quando la messe è battuta, il grano salta fuori; eppure, mancando le messi, l'anfora non manca di farina e l'orcio pieno d'olio gocciola. La siccità provocò l'esaurimento delle botti dei ricchi, mentre il minuscolo contenitore d'olio della vedova ridondava. Dunque non si deve considerare ciò che sputi per fastidio, ma quanto offri per devozione. Pertanto nessuna ha offerto più di colei che ha nutrito un profeta con il cibo dei figli. E perciò, poiché nessuna ha offerto di più, nessuno ha meritato di più. Questa è l'interpretazione morale. 
Tuttavia, nemmeno a livello di interpretazione mistica è trascurabile questa donna che getta due denari nel gazofilacio. È certamente grande costei che per giudizio divino ha meritato di essere anteposta a tutti. Forse è quella che, attingendo dalla sua fede, ha 
offerto in sostegno agli uomini i due testamenti e perciò nessuna ha fatto di più. E nemmeno alcun uomo ha potuto uguagliare in quantità l'elemosina di colei che ha unito la fede alla misericordia. Anche tu dunque, chiunque tu sia ... non dubitare di gettaredue monete nel gazofìlacio, perfetta come sei e nella fede e nella grazia. 
Beata colei che trae dal suo tesoro l'immagine integra del re. Il tuo tesoro è la sapienza, il tuo tesoro è la castità e la giustizia, il tuo tesoro è il buon intelletto, simile al tesoro dal quale i Magi trassero oro, incenso, mirra, quando adorarono il Signore, indicando con l'oro la potenza del re, manifestando con l'incenso l'adorazione a Dio, confessando con la mirra la risurrezione del corpo. Anche tu hai questo tesoro, se lo cerchi in stessa. Infatti abbiamo un tesoro in vasi di creta. Questo è il tesoro che devi offrire, perché Dio non esige da te il valore del metallo luccicante, ma quell'oro che nel giorno del giudizio il fuoco non può consumare. Né richiede doni preziosi, ma l'odore della fede che gli altari del tuo cuore esalano e la volontà della mente fedele spira. 
Dunque, da questo tesoro sono tratti non solo i tre doni dei Magi, ma anche le due monete della vedova, nelle quali risplende integra l'immagine del re celeste, lo splendore della sua gloria e l'immagine della sua sostanza. ... 
Gareggiate con costei, o figlie: infatti è buona cosa gareggiare sempre nel bene. Gareggiate per doni migliori. Il Signore guarda; vi guarda - ripeto - Gesù, mentre vi avvicinate al gazofìlacio e pensate di dover offrire una piccola moneta tratta dalla ricompensa per le vostre buone opere. Dunque qual gran cosa è che tu offra le tue monete e acquisti il corpo di Cristo. Perciò non presentarti a mani vuote di fronte al Signore tuo Dio, vuote di misericordia, vuote di fede, vuote di castità. Infatti il Signore Gesù non è solito guardare e lodare quelle che sono sprovviste, ma quelle ricche di virtù. 


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