Nicola di Clairvaux. Santo Stefano: Calpesta ciò che appartiene alla terra e aspira alle realtà dell'alto che sono eterne.


Ti saluto, o piena di grazia Lc 1,28, disse l'angelo Gabriele, Forza di Dio. E di Stefano si dice che è pieno di grazia e di potenza At 6,8. Luca parla della Vergine e del martire quasi con i medesimi termini; la grazia, benché attribuita in modo più eccellente a Maria, viene esaltata come presente anche nel nostro martire. Stefano, infatti, gode di una grazia specialissima rispetto a tutti gli altri testimoni della fede. Egli è pieno di grazia, ossia ne è colmato: scrutando attentamente la Bibbia, di rado troveremo tale attributo.
Unita alla grazia c'è la potenza, perché gli è infuso lo spirito di libertà. Da un animo ardente prorompe spontanea la verità, perché esso non tollera che la giustizia decada in qualche misura dal suo rigore. Così, protetto dallo scudo della grazia e brandendo la lancia del coraggio, Stefano faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo . Chi ha fortemente radicati in sé la grazia e la potenza di Dio, può senz'altro compiere prodigi e miracoli.
Lo voglia o no, l'empietà deve cedere alla pietà, l'errore alla verità, la follia alla sapienza, la vana presunzione dello spirito umano allo Spirito Santo. Non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. At 6,10. Non è detto che non volevano, ciò che è proprio degli esseri pienamente ragionevoli, ma che non potevano, ciò che toglie all'animo malvagio la possibilità di agire, pur non mutandone il volere.
Stefano contraddice i Giudei con grande coraggio. Agisce sicuro, senza esitare, irremovibile nelle sue convinzioni; preferisce la giustizia alla vita, pronto a versare il proprio sangue per la fede, scegliendo la morte a qualsiasi connivenza.
I nemici si scagliano tutti insieme contro di lui, lo trascinano nel sinedrio, contenti di averlo preso nella rete. Ma invano si getta la rete davanti a chi ha le ali. La voce di Stefano è più libera che mai; le testimonianze che egli estrae dalle Scritture ebraiche rendono più incisivo sulle sue labbra il linguaggio della verità. Lo Spirito di Dio si impadronisce del martire e si esprime con la sua voce più vibrante dell'organo. Stefano coglie una particolare tematica della Scrittura, e riassume in un breve condensato lunghi passi dell'Antico Testamento.
Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio. At 7,55 Fate attenzione all'ordine delle parole. Stefano è pieno di Spirito Santo e così guarda il cielo, appunto perché spinto dal Soffio divino. Calpesta ciò che appartiene alla terra, aspira alle realtà dell'alto, che sono eterne.
Poi si aprono i cieli, non esistono più limiti o barriere che impediscano all'anima di volare e di aderire al sommo Bene, di cui è perdutamente innamorata.
Si aprono i cieli dunque, direi tutti i cieli, a cui fa seguito la visione della gloria di Dio. Il Figlio dell'uomo è visto alla destra di Dio, perché non si pensi che sia inferiore al Padre. Gesù sta in piedi con colui che è in piedi, combatte con Stefano che lotta, è lapidato con il martire colpito a morte dalle sassate.
Stefano pregava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito. At 7,59 I Giudei ricorrono alle pietre, Stefano alla preghiera. Le pietre percuotono la pietra, ma una pietra che è tenera, che spande l'amore e risuona della bontà.
Signore Gesù, non imputar loro questo peccato. At 7,60. Prega Dio di accogliere il suo spirito, quello spirito davvero santo che l'Apostolo raccomanda di conservare in sé come una specie di sigillo, in modo che spirito, anima e corpo si conservi irreprensibile per la venuta del Signore. At 7,60
Contemplate quanta pietà, quanta tenerezza, quanto ardente e perfetto amore! Davvero può rivendicare per sé la corona del martirio colui che si fa il somigliantissimo a Gesù Cristo inchiodato sulla croce. Gesù, infatti, coronato di spine, sospeso a un palo, dissimula l'insostenibile dolore, dimentica la morte imminente; per dare un esempio nuovo, dilata gli spazi della carità, sfonda i limiti della legge antica, si fa l'amico non solo degli amici, ma anche dei nemici, che lo vogliano o no. Padre - egli esclama – perdonali, perché non sanno quello che fanno. Lc 23,3 4.

Sermo in festo B.Stephani Protom. 2­4.6. PL 184,847-850.


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