S. Agostino. Il nutrimento del corpo e dell'anima


Quando dici: Dacci oggi il nostro pane quotidiano (Mt 6, 11), confessi d’essere un mendicante di Dio. Ma non arrossire: per quanto uno sia ricco sulla terra, è sempre un mendicante di Dio. Il mendicante sta davanti alla casa d’un ricco: ma anche lo stesso ricco sta davanti alla casa del gran Ricco. Si chiede l’elemosina a lui, ma la chiede anche lui. Se non fosse nel bisogno, non busserebbe alle orecchie di Dio con la preghiera. Ma di che cosa ha bisogno un ricco? Non ho paura di dirlo: un ricco ha bisogno proprio del pane quotidiano. Perché mai ha abbondanza d’ogni cosa, come mai, se non perché gliel’ha data Dio? Che cosa avrebbe, se Dio ritirasse da lui la sua mano? Molti non si addormentarono forse ricchi e si alzarono poveri? E se a lui non manca nulla, ciò non deriva dalla sua potenza, ma dalla misericordia di Dio.

Ma questo pane di cui, carissimi, si riempie il ventre, con cui si ristora ogni giorno il corpo, questo pane dunque voi vedete che Dio lo dà non solo a chi lo loda, ma anche a chi lo bestemmia, lui che fa sorgere il proprio sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti (Cf. Mt 5, 45). Se lo lodi, ti nutre; se lo bestemmi, ti nutre lo stesso. Ti aspetta perché tu faccia penitenza; ma se non ti cambierai, egli ti condannerà. Poiché dunque questo pane lo ricevono da Dio i buoni e i cattivi, non c’è forse un pane speciale richiesto dai figli, il pane di cui il Signore diceva nel Vangelo: Non sta bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani(Mt 15, 26) Vi è certamente. Qual è questo pane? E perché si chiama "quotidiano" anche questo? Il pane infatti ci è necessario: senza di esso è impossibile vivere, senza pane è impossibile. E’ una sfacciataggine chiedere a Dio la ricchezza; non è una sfacciataggine chiedergli il pane quotidiano. C’è una gran differenza tra ciò che è necessario alla vita e ciò che serve a farci insuperbire. Tuttavia, siccome questo pane visibile e palpabile viene dato ai buoni e ai cattivi, il pane quotidiano chiesto dai figli è la parola di Dio, pane che ci viene distribuito ogni giorno. E’ il nostro pane quotidiano; di esso vivono le menti, non i ventri. E’ necessario a noi, ancora operai nella vigna: è il cibo, non la paga. All’operaio infatti due cose deve dare chi lo prende a giornata e lo manda nella propria vigna: il cibo perché non rimanga spossato, e la paga di cui si rallegri. Il nostro cibo quotidiano su questa terra è la parola di Dio, che sempre viene distribuita nelle chiese; la nostra paga dopo la fatica si chiama vita eterna. D’altra parte se per questo pane nostro quotidiano s’intende quello che ricevono i fedeli e riceverete anche voi dopo il battesimo, facciamo bene a pregare e dire: Dacci oggi il nostro pane quotidiano, affinché viviamo in modo da non essere separati dall’altare.


Dai "Discorsi" di Sant’Agostino Vescovo (Sermo 56, 6.9-10)

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