Sant'Agostino. Nel natale di Santo Stefano


DISCORSO 382


NEL NATALE DI SANTO STEFANO PROTOMARTIRE.

E` precetto l'amore dei nemici.
1. Il nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo qualcosa ci comanda, qualcosa ci promette. Quello che ci comanda lo troviamo qui, ed è limitato, perché rientra nel tempo; quello che ci promette lo troviamo altrove, e non ha limite perché è eterno. Qui ci comanda un lavoro, là ci dà la ricompensa. Potete riconoscere, fratelli santi, la sua grande misericordia nei nostri confronti se considerate come il lavoro che ci chiede qui, sia limitato, mentre è infinita la ricompensa in cielo. Dobbiamo quindi adoperarci prima qui, per raggiungere poi in cielo il premio: e non può essere il contrario. Di alcuni infatti il Signore dice: In verità vi dico: hanno ricevuto già la loro ricompensa 1. Ma qualcuno forse tarda a impegnarsi per meritare il premio, ed è invece così sfrontato da pretendere quello che Dio promette, senza fare quello che egli comanda. Non possiamo esigere il premio, se prima non adempiamo al comando; prestiamo prima ascolto a quello che ci viene comandato, e poi reclamiamo la promessa. Dio ci comanda di amare i nostri nemici: Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano e pregate per i vostri persecutori e calunniatori. E` un comandamento duro, ma grande il premio che gli corrisponde. L'impegno è quello di amare i nemici, di fare del bene a quelli che ci odiano, e di pregare per i persecutori e i calunniatori. Ma per impedire che ci spaventiamo davanti alla fatica, egli precisa subito la ricompensa: perché siate figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e i buoni e fa piovere sopra i giusti e gli ingiusti 2.
L'esempio di Cristo che pregò per i suoi uccisori.
2. Prestate attenzione a quello che fece il Signore stesso che ci ha dato questo comandamento. Dopo tutte le empietà commesse contro di lui dai Giudei, che gli ricambiavano male per bene, egli disse dalla croce da cui pendeva: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno 3. Come uomo, pregò il Padre, lui che insieme con il Padre esaudisce le preghiere. Anche ora egli prega in noi, prega per noi, è pregato da noi. Prega in noi come sacerdote nostro, prega per noi come nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio. Quando dunque egli pregava dalla croce, vedeva e prevedeva; vedeva tutti i suoi nemici, ma prevedeva che molti di essi sarebbero diventati suoi amici, e perciò pregava per loro il perdono. Essi infierivano, ed egli pregava. Essi dicevano a Pilato: Crocifiggilo! 4; ed egli supplicava: Padre, perdonali. Pur trafitto crudamente dai chiodi, egli non perdeva la sua dolcezza. Essi infierivano su di lui vociando e agitavano la testa - non l'avevano sana -, infierivano muovendosi da forsennati intorno a lui che stava nel mezzo, lui l'unico sommo medico. Pendeva dalla croce, eppure sanava. Pendeva dalla croce, eppure sovrastava. Non voleva scendere perché con il suo sangue preparava la medicina per guarire quei forsennati. Dopo la sua risurrezione egli risanò quegli insani di cui aveva sopportato gli insulti quando pendeva dalla croce; Cristo appunto è venuto non per la perdizione di quello che trovò, ma per cercare e salvare quelli che erano perduti 5, per rendere credenti e amici i nemici che infierivano, amandoli.
L'esempio di Stefano che pregò per chi lo lapidava.
3. Il nostro Signore, soffrendo per noi la passione, vi ha lasciato l'esempio perché ne seguiate le orme 6. Perché non sembri cosa troppo remota da noi l'imitarlo, guardiamo a Stefano, conservo nostro. Egli fu un uomo come tutti noi, come noi nato dal peccato, redento con lo stesso prezzo; di lui sappiamo che era diacono e che, quando era sotto la grandine delle pietre scagliate dai Giudei, non fece minacce, ma addirittura pregò il perdono per quelli che lo lapidavano. Disse: Signore, non imputar loro questo peccato 7, quasi dicesse: Io morirò nel corpo, ma costoro non devono perire nello spirito. Essi lanciavano pietre, egli li preveniva lanciando la sua preghiera.
Efficacia della preghiera di Stefano per la conversione di Paolo.
4. Per capire quanto valore abbia avuto la preghiera del santo martire, volgete con me la mente a quel giovane detto Saulo che, mentre Stefano era lapidato, custodiva le vesti di coloro che lo lapidavano, quasi unendosi alle loro mani nel colpirlo. Quello che successe poi voi già lo sapete, perché sto parlando a confratelli, figli del mio Padre, e parlo come condiscepolo a chi è discepolo del Signore. Egli chiese lettere ai capi dei sacerdoti per essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati, volendo che fossero torturati e puniti. Mentre era in viaggio, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo ed egli, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te recalcitrare contro il pungolo. Egli doveva arrestare non il pungolo che lo colpiva, ma i piedi con cui recalcitrava. E poiché, appena caduto, egli riconosce il Signore, gli domanda: Tu chi sei, Signore? Quegli dice: Io sono Gesù Nazareno che tu perseguiti 8. " Perché ti erigi contro di me, con il tuo male, - gli dice il Signore - e non ti umìli piuttosto davanti a me con il tuo bene? Saulo, Saulo, che c'è tra me e te? Per oppormi a tutto il male che tu operi contro di me, avrei dovuto farti perire, ma il mio Stefano pregò per te ". Fu dunque abbattuto il lupo, ed ecco innalzato l'agnello, fu abbattuto il persecutore, ed ecco innalzato il predicatore; o - per dirlo più chiaramente - fu abbattuto il figlio della perdizione 9, e innalzato il Vaso di elezione 10. Se Stefano non avesse pregato in quel modo, la Chiesa non avrebbe Paolo. Stefano, inginocchiato a terra, fu esaudito, e fu sollevato da terra Paolo.
Dio non vuole la morte del peccatore, e insegna il perdono.
5. Contrasta con questi esempi altissimi l'atteggiamento di chi non ama. Mi riferisco a te che, inginocchiandoti con la fronte a terra, gridi a Dio che faccia perire il malvagio. Pregando per la morte di un uomo, ti riveli tu stesso malvagio e aggiungi un altro malvagio al primo sì che il Signore si chiederà quale dei due debba far perire per esaudire la preghiera contro il malvagio. Vi propongo, santi fratelli, l'esempio di cosa nota, e voi fate attenzione: l'uomo che, in quanto giudice, emette un giudizio, non lo esegue lui, ma lo fa eseguire da chi ne ha l'incarico. Così quando tu preghi il Signore che faccia perire il tuo nemico, ti fai giudice di lui e chiedi a Dio di essere l'esecutore della condanna. Dio da parte sua risponderà che non intende essere carnefice del peccatore, ma suo liberatore, perché non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva 11. " Prima di accogliere il mio invito, tu mi bestemmiasti, mi irritasti con le tue opere malvagie, cercasti di distruggere il mio nome sulla terra, mi disprezzasti non rispettando i miei precetti né i miei servi. Se io ti avessi fatto perire allora, non potrei più farti ora diventare mio amico ". Dio arriva addirittura a dirti: " Ti insegnerò a imitare me che dalla croce dissi: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno 12. Così ho insegnato a comportarsi a chi entra nella mia milizia, ai santi martiri. Diventa anche tu mio soldato nella lotta contro il diavolo. Non c'è altro modo per te di combattere vittoriosamente, se non pregando per i tuoi nemici ".






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