Alberto Maggi. La guarigione dalla lebbra nella Scrittura. Il miracolo di Gesù


 La lebbra non veniva considerata una malattia come le
altre, anche se orribile, ma un castigo inviato da Dio per colpire determinate persone malvagie. Il lebbroso veniva considerato (lo dice il libro dei Numeri) come " uno nato  morto la cui
carne è già mezzo consumata, quando esce dal seno materno" [cfr. Nm.12,12].
Il lebbroso (per questo Matteo lo mette per primo) è maledetto da Dio ed emarginato dalla
società. Dovevano vivere fuori dai villaggi, dovevano portare le vesti tutte strappate e gridare: "Immondo! Immondo!", quando vedevano comparire delle persone [cfr.Lev.13,45-46]. Soprattutto, non potevano  né avvicinare persone,  né tessere delle relazioni [cfr. Lam 4,15:
"Scostatevi! Un impuro!" si gridava per loro, "Scostatevi! Non toccate!"].
Erano considerati dei cadaveri ambulanti. Nel secondo libro dei Re, la guarigione di un lebbroso viene considerata un avvenimento straordinario come una resurrezione. Quindi, guarire un
lebbroso è come far risorgere un cadavere. Stranamente, nell'A.T. troviamo scarsissimi episodi che riguardano i lebbrosi. Ci sono soltanto due guarigioni di lebbrosi.10
Una che riguarda la sorella di Mosè, Mirjam, Maria, [Nm.cap.12] che approfittando del malessere che c'era tra il popolo, perché Mosè oltre alla moglie si era preso pure una nera, cerca
di fargli le scarpe e vuole pure lei il titolo di profetessa. Dio s'arrabbia e la fa diventare lebbrosa. Allora ci vuole tutta l'intercessione di Mosè e di Aronne  per ottenerne la guarigione
[Nm.12,11-15]. L'interessante è che nel Talmud Dio dice: " Ma perché state a piangere per
quella là? E' soltanto una donna!" . Quindi che una donna sia lebbrosa o non lo sia, non conta.
L'altro caso di guarigione che è importante per noi è quello operato dal profeta Eliseo [cfr.
2Re 5]. Naam è il capo dell'esercito del re di Aram ed è lebbroso. Una schiava gli dice: "Guarda che c'è un profeta nella casa d'Israele. Pur darsi che ti guarisca.". Lui va e chiede di essere guarito. Ed Eliseo non lo vuole neanche vedere: perché Eliseo è un uomo di Dio e il lebbroso
va tenuto lontano. E gli dice:
- "Tu vuoi guarire?"
- "Ti prego imponimi la mano."
- "Io non ti tocco!" I lebbrosi non vanno toccati. Quindi Eliseo osserva la legge di Dio e lo sottopone ad un rito: "Per sette volte immergiti nel fiume Giordano" [cfr.2Re 5,10].
La situazione dei lebbrosi è senza speranza, perché se dal punto di vista fisico sono degli emarginati, quello che è più grave è che sono maledetti da Dio e considerati immondi, cioè impuri. Dio è il PURO per eccellenza. L'uomo può entrare in comunione, in contatto con Dio, soltanto quando ritualmente e legalmente è puro. Per cui sapete che nella Bibbia ci sono diverse abluzioni, lavaggi rituali, preghiere. Perché essendo Dio puro per eccellenza, chi è impuro non gli si pur rivolgere: soltanto chi è puro può pregare Dio ed entrare in comunione con Lui [cfr.: Es. 29,4 purificazione dei sacerdoti; Nm.8,5-22 purificazione dei leviti; Nm. 19, 11-12; Nm.19,17-22 rituale delle acque lustrali;  Nm. 31,19-24 purificazione del bottino; Dt. 23,10-
15 purità dell'accampamento].

La situazione del lebbroso è senza speranza, perché la Bibbia diceva che il loro caso era talmente grave che soltanto Dio poteva togliere la loro impurità. Ma Dio non si rivolge ad una
persona che è impura. E l'impuro  non si può rivolgere a Dio che è puro. Quindi la loro tragedia
è di essere senza speranza. Anche perché per rivolgersi a Dio dovevano entrare in Gerusalemme e salire al tempio: ebbene, c'era la punizione di quaranta frustate se un lebbroso osava mettere piede a Gerusalemme.
E qui questo lebbroso incomincia a trasgredire questa legge: infatti si avvicina lui a Gesù. Era
proibito, la legge lo proibiva. Quindi il lebbroso viene, si prostra a lui dicendo:
"Signore , se vuoi, tu puoi...." [Mt. 8,2]

Ecco qui, volta per volta, le difficoltà delle traduzioni, perché trovate: " sanarmi"; o "guarirmi"; o "curarmi".
Ma il lebbroso non va da Gesù per chiedere di essere guarito. La guarigione della lebbra è
considerata una cosa straordinaria come la resurrezione.  Il lebbroso - naturalmente se Matteo lo mette qui è perché ha sentito il discorso della montagna - va incontro a Gesù perché gli tolga la condizione di impurità, per cui poi gli sarà consentito avvicinarsi a Dio. Quindi il lebbroso chiede a Gesù:11 "Se tu vuoi puoi purificarmi o mondarmi o pulirmi" [ Mt.8,2] Quindi, non chiede la guarigione.

Quando i lebbrosi si consideravano guariti, dovevano andare dai sacerdoti (una specie d'ufficio d'igiene) che gli davano il certificato di purezza e di guarigione. Ci sono diversi casi di  lebbra contemplati nella Bibbia [ cfr. Lv. 13: tumore; pustola bianca; lebbra inveterata; ulcera; affezioni del cuoio capelluto; calvizie]. Per loro tutto era lebbra: bastava un eczema, una  malattia della pelle per essere considerata lebbra sotto i diversi gradi. Fino a quella che consideravano lebbra proprio incurabile.
Qui, questo personaggio non va da Gesù per chiedergli di essere guarito, perché la guarigione  di un lebbroso era come essere risuscitato, ma va da Gesù per essere purificato, ed avere  quindi l'accesso a Dio. Notate che in tutto il brano non troverete mai i termini "guarigione" o " curare" riferiti all'azione di Gesù.

Abbiamo visto che Eliseo, che è uomo di Dio, non vuole neanche vedere il lebbroso. E Gesù, se
fosse stato un uomo pio, devoto, ligio alla legge, avrebbe dovuto fuggire questo lebbroso che
gli si è avvicinato. Ed invece:
" Gesù"
- scrive l'evangelista, perché ogni particolare è importante -
" stese la mano"  [ Mt. 8,3]
Perché questa espressione? Perché nelle dieci piaghe d'Egitto è l'azione punitrice di Dio attraverso Mosè: "Stendere la mano e colpire l'Egitto" oppure: " Stendi la mano sul paese d'Egitto per mandare le cavallette" [cfr. Es. 10,12; ed anche Es. 7,19; 8,1; 8,13; 9,15; 9,22; 10,21
14,21-27 miracolo del Mar Rosso]. Quindi, l'espressione "stendere la mano" nelle dieci piaghe
significa provocare distruzione e morte.
Allora Matteo presenta Gesù non come colui che provoca distruzione e morte in nome di Dio
(ricordiamoci che il lebbroso era considerato un maledetto da Dio, quindi colpevole di qualcosa). Gesù stende la mano, ma non per colpire, per purificare.
E soprattutto Gesù completa la trasgressione che è stata fatta dal lebbroso. Perché il lebbroso ha trasgredito la legge avvicinandosi: non poteva avvicinarsi e non poteva neanche essere toccato. Gesù ignora questa legislazione. E' l'unica volta in cui Gesù "impone la mano", "stende la mano". Altre volte Gesù ha guarito soltanto con la sua parola, ha guarito di lontano; e qui il lebbroso è vicino, e Gesù bastava dicesse: "Lo voglio: sii guarito!", e poteva essere guarito. No: qui Gesù stende la mano (e poteva bastare) e lo tocca. Quindi, Gesù trasgredisce il libro del Levitico che proibiva di toccare il lebbroso. E dice :"Lo voglio".
E' la prima volta, dopo il "Padre nostro", che torna l'espressione della "volontà di Dio ". Sappiamo che nel "Padre Nostro" è: " si compia la tua volontà" . La traduzione che normalmente troviamo è: " sia fatta la tua volontà". Ma l'evangelista usa il termine "compiere" non "fare"
[Mt.6,10].
"Fare" indica un'azione da parte degli uomini: " sia fatta la tua volontà", cioè che noi accettiamo la tua volontà. L'evangelista non scrive: "sia fatta la tua volontà", ma: "Si compia la tua  volontà", perché l'azione dipende da Dio. L'azione è di Dio che realizza la sua volontà. E qui per la prima volta l'evangelista la rappresenta. Qual è la volontà di Dio? Eliminare ogni emarginazione in nome di Dio ed eliminare la categoria degli impuri. Gesù non gli chiede: "perché sei ridotto così?", perché certo il lebbroso è punito per le sue colpe. Gesù non gli fa il
processo: "Se stavi attento non ti succedeva! Se l'è voluto!".  Gesù di fronte ad una persona
che è esclusa da Dio, lui che è Dio, stende la mano e lo tocca: "Lo voglio, sii purificato". E immediatamente la lebbra scomparve" [Mt.8,3].

Naturalmente, al di là dell'avvenimento storico, che non possiamo conoscere come'è stato, l'evangelista ci dà un'indicazione teologica. Ecco che il primo personaggio che Gesù incontra è un lebbroso. Il discorso della montagna è volto ad eliminare queste categorie del puro e dell'impuro. La lebbra scomparve e
"Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza"[Mt.8,4] E qui la traduzione sarà differente
"contro di loro"  [Mt.8,4] Dunque, per essere riammessi nella società occorreva ricevere dai sacerdoti un certificato che dichiarasse l'avvenuta guarigione [cfr. Lev. 14]. L'offerta prescritta da portare al sacerdote per ottenere il certificato era di tre agnelli, o un agnello per i poveri [Lev. 14,10: "L'ottavo giorno prenderà due agnelli senza difetto, un'agnella di un anno senza difetto";  Lev. 4,21: " Se quel tale è povero e non ha mezzi superiori, prenderà un agnello come sacrificio di riparazione"].
Abbiamo detto che sono non dei fatterelli, ma delle profonde verità teologiche quelle che l'evangelista ci vuole trasmettere. La religione insegnava che bisognava essere puri per avvicinarsi a Dio. Gesù dimostrerà che è l'accoglienza dell'amore di Dio che rende puri. Questo è un terremoto da un punto di vista spirituale. Questo fa parte della religione: l'uomo dev'essere puro per avvicinarsi a Colui che è puro. Gesù dice: no! Tu, impuro, se accogli Colui che è puro, diventi puro.

Ma soprattutto, in questo episodio, l'evangelista c'invita a passare dalla categoria religiosa o
meglio farisaica del " merito" a quella cristiana del "dono". Qui, il lebbroso non merita di essere guarito: non è che abbia fatto chissà quali azioni, non ha offerto i tre agnelli ecc. La guarigione non è opera dei meriti del lebbroso, ma è opera del dono di vita che Gesù gli offre. Abbiamo detto che Gesù gli dice di andare dal sacerdote a presentare l'offerta come "prova contro di loro". Cosa significa? La testimonianza o la prova che Gesù invia ai sacerdoti è che Dio agisce esattamente al contrario di quello che loro insegnano. Anche con questo, Gesù invita i sacerdoti alla conversione. Il lebbroso deve sperimentare la differenza che esiste tra il
dono gratuito da parte di Dio, e le esigenze di Dio rappresentate dai sacerdoti: "dammi tre agnelli, altrimenti non ti diamo i certificati". Quindi, con questo episodio che già ci introduce agli altri, si ha un cambio radicale nella mentalità.

Gesù l'ha esposto nel messaggio, adesso nella pratica: non esistono persone che possano essere emarginate nel nome  di Dio; non esistono persone che possano essere tenute escluse dall'amore di Dio; non esistono persone che per le loro colpe o per il loro atteggiamento possano essere ritenute impure. L'amore di Dio - il PURO - si estende a tutta l'umanità. Ma questa estensione dell'amore non avviene per i meriti delle persone, ma per un dono da parte di Dio. Ecco perché non c'è più bisogno di offerte da parte delle persone, ma è Dio che si offre. Matteo ha messo al primo posto il lebbroso, perché rappresenta l'emarginato da Dio all'interno della società ebraica. Subito dopo mette l'episodio del pagano. Perché i pagani sono esterni. Per Israele l'emblema dell'emarginato all'interno del popolo è il lebbroso; all'esterno gli emarginati per eccellenza sono i pagani.


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