S. Agostino. Venite, vi farò pescatori di uomini


Dio ci ha eletti in Cristo prima della creazione del mondo, perché ci predestinava ad essere figli adottivi; non che fossimo già stati santi e immacolati da noi, ma ci scelse e ci predestinò perché lo divenissimo. Egli ha fatto ciò secondo quanto piacque alla sua volontà, perché nessuno si glori della propria, ma della volontà di Dio nei suoi confronti.

      Dio ha operato la nostra elezione secondo la ricchezza della sua grazia, secondo il suo amore, secondo il disegno che egli aveva prestabilito nel Figlio suo diletto, nel quale abbiamo ottenuto l'eredità, predestinati secondo il decreto non nostro, ma suo. Egli infatti è la fonte di ogni cosa, a tal punto che opera in noi anche il volere. Egli realizza quanto ha deciso, perché siamo un inno alla sua gloria. Ecco la ragione per cui proclamiamo: Nessuno ponga la sua gloria negli uomini, e quindi neppure in se stesso; ma chi si vanta si vanti nel Signore, affinché serviamo di lode alla sua gloria.

      Dio opera secondo quanto ha deciso: fare di noi un inno alla sua gloria, mediante la nostra santità e purezza: per questo ci ha chiamati, predestinandoci prima della creazione del mondo. Da questo decreto divino deriva la chiamata propria degli eletti, per i quali Egli fa contribuire tutto al loro bene, dato che sono stati chiamati secondo il suo disegno, e i doni di Dio sono irrevocabili.

      Oggi, dunque,  partecipano della grazia del Signore senza distinzione nobili e plebei, dotti e ignoranti, poveri e ricchi. Quando si tratta di ricevere questa grazia non avanza diritti di precedenza la superbia rispetto all'umiltà di chi nulla sa e nulla possiede e nulla può.

      Ma cosa disse loro il Signore? Seguitemivi farò pescatori di uomini. Se non ci avessero preceduto quei pescatori, chi sarebbe venuto a pescarci?

      Per farci disprezzare l'amicizia dei potenti a vantaggio della nostra salvezza, il Signore non volle prima scegliere i nobili, ma i pescatori. Grande misericordia del Creatore! Poiché sapeva che, se avesse scelto un senatore, questi avrebbe potuto dire: "È stata scelta la mia dignità". Se prima avesse scelto un ricco, questi avrebbe potuto dire: "È stata scelta la mia ricchezza". Se prima avesse scelto un generale, questi avrebbe potuto dire: "È stata scelta la mia autorità". Se prima avesse scelto un oratore, questi avrebbe potuto dire: "È stata scelta la mia eloquenza". Se prima avesse scelto un filosofo, questi avrebbe potuto dire: "È stata scelta la mia sapienza".
      Frattanto — dice il Signore — siano rinviati a più tardi questi superbi, sono molto gonfi. C'è una differenza tra la grandezza e l'alterigia; tutt'e due sono cose di grandi dimensioni, ma non sono tutt’e due sane. Perciò siano rinviati a più tardi questi superbi, devono essere guariti mediante qualcosa di solido.

      Dammi prima questo pescatore — dice il Signore. Vieni tu, o povero, seguimi; non hai nulla, non sai nulla, seguimi. Tu che sei ignorante e povero, seguimi! Tu non hai nulla che spaventi, ma hai molto che si può riempire. Bisogna avvicinare a una sorgente così abbondante il recipiente vuoto. Ha abbandonato le reti il pescatore, ha ricevuto la grazia il peccatore ed è diventato divino oratore. Ecco che cosa ha fatto il Signore, di cui l'Apostolo dice: Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i fortiDio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono.

      Adesso si leggono le parole dei pescatori e si chinano le teste degli oratori. Vengano dunque tolti di mezzo i venti sterili, si tolga di mezzo il fumo, che svanisce col gonfiarsi: cose che bisogna assolutamente disprezzare, se vogliamo la salvezza.



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