S. Giovanni Crisostomo. Immediatamente la febbre la lasciò


L’evangelista Marco aggiunge la parola «immediatamente» volendo
sottolineare la rapidità con cui la guarigione si verifica (Mc 1,29). Matteo, invece, si
limita a menzionare il miracolo senza dare indicazioni di tempo. Gli altri evangelisti
riferiscono, inoltre, che l’inferma stessa chiede a Gesù di guarirla (Mc 1,30 Lc 4,38),
mentre Matteo omette anche questo particolare. Ciò, naturalmente, non significa
che vi sia contraddizione tra gli evangelisti, ma soltanto che l’uno mira alla concisione,
gli altri a una più completa narrazione dei fatti.

Per qual motivo il Signore entra nella casa di Pietro? Secondo me è per prender cibo;
l’evangelista lo lascia capire dicendo che la donna «levatasi, si mise a servirlo».
Cristo, infatti si trattiene spesso in casa dei suoi discepoli, come fa anche alla
chiamata di Matteo, e in tal modo li onora e rende più ardente il loro fervore.
Osservate anche in questa circostanza il profondo rispetto che Pietro nutre per il
Maestro. Benché egli abbia in casa la suocera ammalata e con febbre alta, non lo
trascina a casa sua. ma attende che abbia terminato  il suo insegnamento sulla
montagna e che tutti gli altri malati siano risanati. Solo quando il Signore entra nella
sua casa, l’apostolo lo prega di guarire la suocera: così, fin dall’inizio, l’apostolo è
stato educato ad anteporre gli interessi degli altri ai propri. Non è infatti Pietro che
conduce il Signore a casa sua: è il Salvatore che vi entra spontaneamente, dopo che il
centurione ha detto: «Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto», dimostrando
sino a qual punto favorisca il suo discepolo. Pensate, in realtà, quali abitazioni
potevano avere quei pescatori; ma Gesù non disdegna di entrare nei loro miseri
tuguri, insegnandoci in tutti i modi a disprezzare il fasto e le vanità del mondo.

       Notiamo inoltre che il Signore a volte guarisce i malati con le sole parole, a volte
stende la mano; altre volte invece usa parole e gesti insieme per evidenziare meglio la
guarigione. Egli difatti non vuole operare sempre miracoli in maniera straordinaria.
Deve star nascosto ancora qualche tempo, soprattutto per i suoi discepoli, i quali
nell’eccesso della loro gioia proclamerebbero pubblicamente tutto ciò che sanno. E
ciò risulta evidente dal fatto che, dopo la sua trasfigurazione sul monte, deve ordinar
loro di non riferire a nessuno ciò che hanno visto (Mt 17,9).  In questa circostanza
Gesù, toccando la mano della donna malata, non soltanto spegne l’ardore della
febbre, ma le restituisce perfetta salute. Trattandosi di una malattia leggera, egli
manifesta la sua potenza nel modo in cui la guarisce: il  che nessun’arte medica
avrebbe potuto fare. Voi ben sapete che anche dopo la caduta della febbre occorre
molto tempo prima che i malati riacquistino completamente la salute. In questa
occasione invece la guarigione e il completo recupero delle forze si ottengono nello
stesso istante. E non solo qui, ma anche sul mare, si hanno contemporaneamente due
effetti. Non soltanto allora Gesù calmò i venti e la tempesta, ma placò istantaneamente
anche il movimento delle onde, operando un prodigio insolito. Come
ben si sa, quando cessa la tempesta, le acque rimangono ancora per molto tempo
agitate. La parola di Cristo opera diversamente: fa cessare tutto in un momento e la
stessa cosa si verifica anche nel caso della suocera di Pietro. Volendo far intendere
ciò, l’evangelista precisa: «levatasi, si mise a servirlo»: il che conferma da un lato la
potenza di Cristo, e dall’altro la gratitudine che la donna prova per lui.

       Un altro punto che qui dovremmo considerare è il fatto che Cristo per la fede di
alcuni concede la guarigione ad altri - qui, infatti, altri l’hanno pregato (Lc 4,38),
come pure nel caso del servo del centurione. Tuttavia la concede a condizione che
colui che sta per essere guarito non sia incredulo e solo a causa della sua malattia non
possa presentarsi a lui e per ignoranza o per giovane età non riesca a comprendere la
sua grandezza.  "Fattosi sera, gli condussero molti indemoniati, ed egli con una
parola scacciò gli spiriti e guarì i malati, affinché si adempisse ciò che era stato
detto dal profeta Isaia: Ha preso le nostre infermità e si è caricato delle nostre
malattie" (Mt 8,16-17 Is 53,4). Notate come è cresciuta ormai la fede della
moltitudine. Non si rassegnano infatti ad andarsene, nonostante l’incalzare del tempo,
né ritengono inopportuno condurre a Cristo i loro malati di sera. Vi prego inoltre di
considerare quale numero di persone risanate gli evangelisti qui sorvolano, senza
menzionare e raccontare i dettagli di ogni guarigione. Con pochissime parole infatti
essi passano sopra un mare infinito di miracoli

(Crisostomo Giovanni, Comment. in
Matth., 27, 1)

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