San Girolamo. Signore, se tu vuoi, puoi mondarmi


«Signore, se tu vuoi, puoi mondarmi» (Mt 8,2). Chi supplica la volontà,
non dubita del potere. E stendendo la mano Gesù lo toccò e disse:  «"Lo voglio: sii
mondato». E sull’istante fu mondato dalla sua lebbra" (Mt 8,3) Appena il Signore
stende la mano, subito la lebbra scompare. Ma osserva anche quanto sia umile e
immune da vanità la sua risposta. Il lebbroso aveva detto: «Se tu vuoi», e il Signore
risponde: «Lo voglio». Il lebbroso aveva detto: «Puoi mondarmi» e il Signore replica
dicendo: «Sii mondato». Non dobbiamo congiungere le due parti della risposta, come
credono molti latini, che leggono: «Ti voglio mondare»; dobbiamo tenerle separate,
sicché egli prima dice: «Lo voglio», e poi, dando un ordine: «Sii mondato».


"E Gesù disse: «Guardati dal dirlo ad alcuno"» (Mt 8,4). E, in verità, che
necessità aveva il lebbroso di fare tanti discorsi sulla sua guarigione, quando il suo
corpo guarito parlava per lui? «Ma va’, mostrati ai sacerdoti e presenta l’offerta che
Mosè ha prescritto, affinché serva a loro di testimonianza» (Mt 8,4). Per varie ragioni
lo manda dai sacerdoti. In primo luogo, per un atto di umiltà, affinché cioè il lebbroso
risanato rendesse onore ai sacerdoti: era infatti prescritto dalla legge che coloro che
venivano mondati dalla lebbra presentassero un’offerta ai sacerdoti. Poi perché i
sacerdoti, vedendo che il lebbroso era stato mondato, potessero credere al Salvatore,
oppure si rifiutassero di farlo: se avessero creduto sarebbero stati salvi; se si fossero
rifiutati di farlo, la loro colpa sarebbe stata senza attenuanti. E infine perché si
rendessero conto che egli non infrangeva affatto la legge, cosa di cui tanto spesso lo
accusavano.

 (Girolamo, Comment. in Matth., 1, 8, 2-4)



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