Possiamo raccontare la storia. Quando l'ascolto custodisce la verità e la libertà.

Quando il maestro spirituale Israel Ba’al Shem Tov, fondatore dello chassidismo, aveva un difficile compito davanti a sé, si recava in un certo luogo nei boschi, accendeva un fuoco e meditava in preghiera. E ciò che aveva deciso di fare realizzava.
Una generazione dopo, quando il suo discepolo dovette assolvere lo stesso compito, si recò nello stesso luogo nei boschi e disse: “Non sappiamo più accendere il fuoco, ma conosciamo ancora le preghiere.” E ciò che aveva deciso di fare si realizzò.
Un’altra generazione dopo, quando anche il discepolo del discepolo dovette assolvere lo stesso compito, si recò nello stesso luogo nei boschi e disse: “Non sappiamo più accendere il fuoco, non conosciamo più le preghiere, ma conosciamo ancora il luogo nei boschi dove è successo. Dev’essere sufficiente.” E fu sufficiente.
Ma un’altra generazione dopo, quando il discepolo del discepolo del discepolo si sedette nella sua poltrona dorata, nel suo castello, disse: “Non sappiamo più accendere il fuoco. Non conosciamo più le preghiere. Non conosciamo più il luogo nei boschi dove tutto ciò è successo. Ma possiamo ancora raccontare la storia.”


(da Racconti dei saggi yiddish, Milano, 2010)

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