Salita al Monte Carmelo, Cap. XVI.
Tutto il lavoro necessario per giungere all' unione con Dio, consiste nel purificare la volontà dai suoi affetti e appetiti, in modo che da umana e grossolana diventi volontà divina, cioè identificata con quella di Dio. La forza dell'anima sta nelle sue potenze, passioni e appetiti, cose tutte governate dalla volontà. Ora quando la volontà indirizza queste passioni, potenze e appetiti verso Dio e li distoglie da tutto ciò che non è Lui, allora conserva la forza dell'anima per Dio, quindi giunge ad amarlo con tutte le forze. Le affezioni disordinate, da cui nascono gli appetiti, gli affetti e le operazioni sregolate, ... sono quattro: gioia, speranza, dolore, timore. Quando esse sono rivolte a Dio attraverso un esercizio assennato, in modo che l'anima non gioisca se non di ciò che è onore e gloria di Dio, non speri in altro che in Dio, non si dolga se non di ciò che Lo ferisce, né tema se non Dio solo, è chiaro che dispone e conserva tutte le sue forze e le sue capacità per Dio. Al contrario, quanto più l'anima gode di cose diverse da Dio, tanto meno fortemente riporrà la sua gioia in Dio; quanto più porrà fiducia in qualche cosa creata, tanto meno confiderà in Dio. E così per le altre passioni”.
Nessun commento:
Posta un commento