Sant'Anastasio d'Antiochia. Non è un Dio dei morti ma dei viventi

Per questo Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi» (Rm 14,9). «Dio non è Dio dei morti, ma dei viventi». Perciò i morti sui quali domina colui che è risorto, non sono più morti, ma viventi; e domina su di loro la vita proprio perché vivano, senza temere più la morte, come «Cristo, risuscitato dai morti, non muore più» (Rm 6,9). Così risuscitati e liberati dalla corruzione, non vedranno più la morte, ma parteciperanno alla risurrezione di Cristo, come Cristo fu partecipe della loro morte. Non per  altro motivo infatti egli discese sulla terra, incatenata da antiche catene, se non per «infrangere le porte di bronzo e spezzare le sbarre di ferro» (Is 45,2) della morte e per trarre a sé dalla corruzione la nostra vita, donandoci la libertà al posto della schiavitù.
Se non appare ancora ultimata l'opera di questo disegno divino (gli uomini infatti continuano a morire e i corpi si dissolvono nella morte), il fatto non deve certo per questo diventare motivo di diffidenza. Già in anticipo infatti abbiamo acquisito un pegno di tutti i beni futuri, mediante le primizie con le quali siamo già stati innalzati al cielo e ci siamo seduti con colui che ci ha portati in alto con sé, come dice san Paolo: «Con lui ci ha risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù» (Ef 2,6). Raggiungeremo il compimento quando verrà il tempo prestabilito dal Padre, quando avremo lasciato l'infanzia e arriveremo allo stato di uomo perfetto. Così piacque al Padre dei secoli, perché fosse stabile il dono concesso... L'apostolo Paolo inoltre dice che questo fatto, a lui ben noto, si sarebbe avverato per tutto il genere umano per mezzo di Cristo, «il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21)... Cristo è risorto con un corpo spirituale, il quale non è altro che il «corpo seminato ignobile» (1 Cor 15,43), ma mutato poi in glorioso. Egli avendo portato al Padre le primizie della nostra natura, condurrà a lui anche tutto l'universo; lo ha promesso quando ha detto: «Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32).

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