2 ottobre. Santi Angeli custodi. Approfondimenti: preghiere, dottrina, spiritualità, Padri del deserto


Luca Giordano. L'angelo custode




Preghiera di Origene all'angelo custode 


Angelo, vieni.
Accogli l'uomo vecchio che si è convertito
dal suo passato errore,
dalla dottrina dei demoni,
dalla malvagità che fa parlare altezzosamente.
Ed accostandoti, come un medico benefico,
sostienilo e ammaestralo : è ancora un bambino!
E' come se nascesse oggi questo vecchio
e ritorna bambino colui che, appena poco fa, era vecchio.
Quando te ne sarai preso cura,
conferiscigli il battesimo della seconda nascita *,
e chiama altri perchè cooperino al tuo ministero,
affinchè tutti insieme avvìate alla fede
colui che nel passato visse nell'inganno.

(Omelie su Ezechiele 1, 7)



Padre Pio e gli angeli custodi

Il tuo angelo custode vegli sempre su di te, sia egli il tuo condottiero che ti guidi per l'aspro sentiero della vita; ti custodisca sempre nella grazia di Gesù, ti sostenga con le sue mani affinché tu non dia del piede in qualche sasso; ti protegga sotto le ali sue dalle insidie tutte del mondo, del demonio e della carne. Come è consolante il pensiero che vicino a noi sta uno spirito, il quale dalla culla alla tomba non ci lascia mai un istante, nemmeno quando osiamo di peccare. E questo spirito celeste ci guida, ci protegge come un amico, un fratello. Ma è oltremodo consolante il sapere che quest'angelo prega incessantemente per noi, offre a Dio tutte le buone azioni e opere che compiamo, i nostri pensieri, i nostri desideri, se son puri. Abbilo sempre davanti agli occhi della mente, ricordati spesso della presenza di quest'angelo, ringrazialo, pregalo, tienigli sempre buona compagnia. Apriti e confida a lui i tuoi dolori; abbi continuo timore di offendere la purezza del suo sguardo. Sappilo e fissalo bene nella mente. Egli è così delicato, così sensibile. A lui rivolgiti nelle ore di suprema angoscia e esperimenterai i di lui benefici effetti (E III, 82-83). 

(…) Quanto consola il sapersi di essere sempre sotto la custodia di un celeste spirito, il quale non ci abbandona nemmeno (cosa ammirabile!) nell'atto che diamo disgusto a Dio! Di chi dunque può temere l'anima devota avendo sempre con sé un sì insigne guerriero? O non fu egli forse uno di quei tanti che assieme all'angelo san Michele lassù nell'empireo difesero l'onore di Dio contro satana e contro tutti gli altri spiriti ribelli ed infine li indussero alla perdita e li relegarono nell'inferno? Ebbene, sappiate che egli è ancor potente contro satana e i suoi satelliti, la sua carità non è venuta meno, né giammai potrà venir meno dal difenderci. Invocate spesso questo angelo custode, quest'angelo benefico, ripetete spesso la bella preghiera: "Angelo di Dio, che sei custode mio, a te affidato dalla bontà del Padre celeste, illuminami, custodiscimi, guidami ora e sempre". Qual sarà la consolazione quando, al momento della morte, l'anima vostra vedrà quest'angelo sì buono che vi accompagnò lungo la vita e fu sì largo di cure materne? (E II, 403-405) 




I Padri del deserto e gli Angeli

“Abba Pafnunzio disse: “Mentre camminavo su una strada mi successe di smarrirmi e di trovarmi vicino a un villaggio. Vidi alcune persone che facevano penose conversazioni. Io stetti in piedi a pregare per i miei peccati. Ed ecco, venne un angelo che teneva una spada e mi disse: Pafnunzio, tutti quelli che giudicano i loro fratelli periscono per mezzo di questa spada; ma tu, perché non hai giudicato, ma ti sei umiliato di fronte a Dio dicendo che tu hai peccato, per questo il tuo nome è iscritto nel libro dei viventi”. 

Un giorno Abba Isacco di Tebe andò in una comunità monastica e, visto un fratello che si comportava male, lo condannò. Mentre tornava nel deserto, un angelo del Signore venne a lui e si mise davanti alla porta del suo eremo dicendo: “Non ti lascerò entrare”. Egli chiese: “Perché?” L’angelo rispose: “Dio mi ha mandato per chiederti dove deve gettare il peccatore che tu hai giudicato”. Egli immediatamente si pentì e disse: “Ho sbagliato ., perdonami”. L’angelo replicò: “Alzati, Dio ti ha perdonato. In futuro assicurati di non giudicare prima di Dio”.

“Un giorno, Abba Agatone stava andando in città a vendere piccoli utensili. Sul ciglio della strada incontrò un lebbroso, che gli chiese: “Dove vai?” Abba Agatone rispose: “In città, a vendere queste cose”. Allora gli disse. “Fammi un favore, portami laggiù”. Così il monaco lo portò in città con sé. Il lebbroso disse: “Portami con te dove vendi le tue cose”. E così fece. Quando vendette il primo oggetto, il lebbroso gli chiese: “A quanto l’hai venduto?” Il monaco glielo disse. Rispose: “Comprami qualcosa di bello” e gliela comprò. Il monaco vendette un altro oggetto. Il lebbroso , allora gli chiede: “A quanto l’hai venduto?” Il monaco gli riferì il prezzo: “Comprami quello”, disse. E lui lo comprò. Venduto tutto, il monaco fece per andarsene e il lebbroso gli chiese: “Stai tornando a casa?” Gli rispose di sì. “Fammi ancora un favore” replicò allora “portami dove mi hai trovato”. Così fece il monaco. E il lebbroso disse: “Sia tu benedetto dal Signore, Agatone, in cielo e sulla terra!” Agatone alzò gli occhi e non vide più nessuno, poiché costui era un angelo del Signore che era venuto a metterlo alla prova”.

“L’abate Marco chiese all’abate Arsenio: “Perché ci sfuggi?”. Egli rispose: “Dio sa se vi amo. Ma non posso essere insieme con Dio e con gli uomini. Le migliaia e miriadi d’angeli non hanno tutte insieme che un’unica volontà; gli uomini ne hanno una moltitudine. Non posso abbandonare l’Uno per venire in mezzo ai molti”. “Il diavolo apparve a un monaco, con le sembianze di angelo della luce e gli disse: “Sono l’angelo Gabriele e sono stato mandato da te”. Il fratello però, gli rispose: “Sei sicuro di non essere stato mandato da qualcuno altro? Non merito di certo la visita di un angelo”. Immediatamente , il diavolo sparì”.

“Si narrava che un saggio avesse digiunato per settanta settimane di seguito mangiando solo una volta alla settimana. Egli chiese a Dio il significato di alcune parole della Sacra Scrittura, ma Dio non gli rispose. Allora disse tra sé: “Ho fatto un grande sforzo, ma non ho fatto alcun progresso. Perciò, andrò a chiedere a mio fratello”. Dopo essere uscito, aver chiuso la porta ed essersi messo in viaggio, un angelo del Signore fu mandato da lui e disse: “Settanta settimane di digiuno non ti hanno portato vicino a Dio, ma ora che sei abbastanza umile da andare a chiedere a tuo fratello, ecco sono stato mandato da te per rivelarti il significato della Scrittura”. L’angelo spiegò ciò che l’uomo voleva sapere e se ne andò”.  


“Il santo abba Antonio, quando si trovava nel deserto, cadde in preda al disgusto e a un buio profondo dell’intelletto. Allora parlò a Dio: “Signore, io desidero essere salvato, ma i miei pensieri me lo impediscono; che cosa posso fare nella mia afflizione? Come posso essere salvato?”. Poco dopo, alzatosi per uscire, Antonio vide un altro come lui, seduto a lavorare, poi lo vide alzarsi dal suo lavoro per pregare, sedersi di nuovo e intrecciare una corda, quindi alzarsi ancora per la preghiera. Era un angelo del Signore inviato per correggere Antonio e rassicurarlo; e sentì l’angelo che gli diceva: “Fa così e sarai salvato”. A queste parole , Antonio si sentì pieno di gioia e di coraggio, fece così e fu salvo”.


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