L'ANNUNCIO |
«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.
Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari;
altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni;
andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale,
gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.
Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
(Dal Vangelo secondo Matteo 22,1-14)
La nuova evangelizzazione alla quale
siamo chiamati nasce dalla prima, quella che Gesù descrive
nella parabola del Vangelo di oggi: "Il Vangelo è il sempre nuovo annuncio
della salvezza operata da Cristo per rendere l’umanità partecipe del mistero di
Dio e della sua vita di amore e aprirla ad un futuro di speranza affidabile e
forte" (Benedetto XVI). Ma l'annuncio del Vangelo non è mai fine a se
stesso: attraverso la predicazione Dio "chiama molti" per
"eleggerne pochi". A prima vista sembra una contraddizione,
annunciare il Vangelo perché tutti si salvino e poi ridurre il numero degli
"eletti". Per comprendere il Vangelo di oggi occorre inquadrarlo
nel suo contesto battesimale. Gli "eletti" non sono coloro che fanno
parte di un'élite di iniziati, separati dalla massa dei "chiamati".
Nella Chiesa primitiva, alla quale dobbiamo rifarci, gli "eletti"
erano coloro i quali avevano percorso tutto il catecumenato in
preparazione al battesimo e, avendo mostrato i segni della fede adulta,
potevano accedere al fonte di rigenerazione.
Attraverso l'annuncio del Vangelo e la
testimonianza, "molti" pagani erano "chiamati" ad
entrare nella Chiesa. Bussavano alle sue porte e chiedevano la fede che
schiudeva loro il fonte battesimale che gli avrebbe dato la vita eterna. Si
tratta della formula conservata ancora oggi nei riti preparatori al sacramento
del battesimo. Una volta accolti, i catecumeni erano iniziati alla fede
attraverso un serio cammino di conversione che prevedeva tappe e scrutini molto
rigorosi; attraverso di questi la Chiesa madre che li gestava nella fede,
verificava il progresso e li poteva guidare e correggere. Durante questo tempo
la Grazia operava nei catecumeni un tale cambio di mentalità che, in molti
casi, li portava ad offrire la propria vita al martirio, seppure non ancora
battezzati.
L' "elezione" non è uno scatto di anzianità o un
certificato buonista che Dio dovrebbe elargire a tutti, tanto poi alla fine
tutti si salvano... Piuttosto il contrario, se l'immagine dell'eletto è Davide,
un adultero e sanguinario che ha però conosciuto l'amore di Dio. Essere
battezzati non era un giochetto, tanto meno l'adesione intellettuale a una
filosofia nuova, originale e intrigante. Era consegnarsi completamente
all'Amore che si era consegnato senza riserve. Si trattava di qualcosa di
estremamente serio, decisivo per la vita di tutti gli uomini. L'
"elezione" era in relazione alla missione della Chiesa: gli
"eletti" scendevano nelle arene a combattere con le fiere, non
andavano a un talk-show o a un consiglio pastorale a discettare senza
sporcarsi... Non tutti quelli che fanno un corso per piloti aerei prendono poi
la licenza; se la si desse a tutti, immagina quanti incidenti.... e chi più
prenderebbe l'aereo! Allo stesso modo se la testimonianza degli
"eletti" diviene scandalosa, con adulteri, furti,
ubriachezze, vendette e così via, nessuno più crederebbe alla Chiesa, né si
avvicinerebbe ad essa. Ed è quello che, ovunque accadono scandali, puntualmente
avviene. Per questo la condizione per accedere al battesimo era che nel catecumeno
fossero visibili i segni di una fede adulta che compie la virtù senza sforzo.
Il cristianesimo infatti è un'opera della Grazia: è Cristo risorto e vivo nel
cristiano. Il cristianesimo sazia il corpo e lo spirito nell'offerta di se
stessi, e non cerca di saziarsi offrendo gli altri alla propria concupiscenza.
All'origine di tutto vi era il mandato del Signore di
recarsi sino agli estremi confini della terra ad annunciare il Vangelo e a
battezzare ogni creatura, nella consapevolezza che senza conoscere Gesù Cristo
qualunque esistenza è mutilata dell'essenziale. Il "Regno dei Cieli"
è lo zelo di Dio che si è fatto carne nel Figlio. Il termine
ebraico che traduciamo con "zelo" può significare anche
"gelosia" e "ira". Il Regno di Dio è dunque
"simile" al Padre che, pieno di "gelosia" per il Figlio,
prepara per Lui il banchetto di nozze al quale desidera ardentemente che sia
presente la Sposa. E' geloso e non vuole che nessuno manchi all'appello delle
"nozze", immagine della vita celeste che si inizia a sperimentare
nella Chiesa. Questo stesso zelo vibrava negli apostoli e li spingeva a
percorrere ogni centimetro per annunciare il Vangelo opportunamente e
inopportunamente. Avevano a cuore la salvezza di ogni uomo, perché il loro
cuore era dilatato all'infinito nell'infinito amore di Cristo. Dove la Buona
Notizia era accolta, nascevano piccole comunità - la Sposa di cristo - che
crescevano e vivevano nel mondo come sale, luce e lievito. In esse
si davano l'amore e l'unità che il Signore aveva indicato
come i segni attraverso i quali il mondo avrebbe creduto.
Senza di questi la Chiesa non avrebbe potuto compiere la sua missione;
anche l'annuncio del Vangelo sarebbe rimasto inefficace: esso, infatti, non è
qualcosa di magico, ma, per radicarsi nel cuore, ha bisogno della testimonianza
dello Spirito Santo, che si rivela nel prodigio dell'amore oltre la morte che
anima i cristiani.
Comprendiamo allora la serietà e la severità che
caratterizzava il catecumenato della Chiesa primitiva. Erano in gioco da un
lato la vita dei catecumeni, e dall'altro la missione irrinunciabile della
Chiesa. Non si poteva rischiare di gettare persone tiepide e
acerbe nel fuoco delle persecuzioni: sarebbero morte di spavento o
avrebbero abiurato e tradito. E questo avrebbe inficiato la credibilità della
Chiesa, che sarebbe apparsa nemica della Croce che annunciava. Non si trattava
solo delle persecuzioni violente dell'Impero Romano, ma anche della vita
quotidiana, nei luoghi dove i pagani aspettavano dai cristiani una
testimonianza autentica, la prova che Cristo era risorto ed era vivo. L'amore
al nemico, la santità del matrimonio e il perdono tra coniugi, la
misericordiosa e gratuita cura dei deboli e dei rifiutati, la dignità della
donna e dei bambini, in ogni circostanza della vita la Chiesa faceva
risplendere per il mondo la "Verità" inconfutabile dell'amore di
Dio.
La Chiesa sperimentava ogni giorno le delizie del
"banchetto di nozze" di Gesù, unita a Lui in un casto amplesso; per
questo, naturalmente e senza alcuna pianificazione, ne trasmetteva al di fuori
la gioia e la bellezza: "Abbiamo ricevuto
il dono della fede non per tenerla nascosta, ma per diffonderla, perché
possa illuminare il cammino di tanti fratelli e sorelle. Noi tutti ne siamo
semplici, ma importanti strumenti" (Papa Francesco). Negli
occhi, nelle parole e nei gesti dei cristiani traspariva quello che essi
avevano visto, ascoltato e sperimentato nella comunione della Chiesa,
l'immagine e la somiglianza del Padre ricevuta dal Figlio; i sacramenti e la
Parola predicata li plasmavano e convertivano ogni giorno nella nuova natura
dell'uomo nuovo che il battesimo aveva sigillato: erano Alter Christus per il
mondo! "Fin dagli inizi questa novità fu – anche dal punto di vista
sociale – un ciclone imprevisto. Rodney Stark, nel volume “The Rise of
Christianity” dimostra che uno dei fattori decisivi della diffusione del
cristianesimo nei primi anni fu quell’inedito prendersi cura di poveri,
senzatetto, vecchi, malati, abbandonati, vedove, orfani. Da sempre costoro
avevano dovuto affrontare da soli la crudeltà del mondo e le prove
dell’esistenza, ma “quando irruppe il cristianesimo la sua superiore capacità
di affrontare questi problemi cronici diventò presto evidente e giocò un grande
ruolo nel suo definitivo trionfo” (A. Socci).
Lo zelo del Padre ha fatto tutto per la Sposa del Figlio:
"Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei
buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto". Le
immagini evocano quelle della Parabola del Figlio prodigo: il banchetto di
nozze preparato per il Figlio è la "casa paterna" di ogni figlio
disperso, lontano, incredulo, pagano. E' l'eucarestia che compie e perfeziona
tutto il percorso battesimale attraverso il quale il catecumeno "torna a
casa sua", alla dignità e alla pienezza per la quale è stato creato. Per
questo il Re, pieno di compassione per ogni uomo da Lui creato in Cristo e per
Cristo, invia i suoi "servi" a cercare gli
"invitati" perché si convertano e tornino a Lui. E' questa l'essenza
dell'evangelizzazione: lo zelo per il Vangelo è lo zelo del Padre per la
salvezza di ogni uomo.
E accade quello che ogni apostolo sperimenta: gli operai
della prima ora, le pecore perdute di Israele, i cristiani che fanno parte di
Paesi di antica evangelizzazione, "non vollero venire". Sono i
"chiamati" attraverso la primogenitura ricevuta in
famiglia, ad esempio; chissà, nostro figlio, o un cugino, un collega, un amico.
E proprio loro "non si curano dell'invito". L'appartenenza legale al
Popolo di Israele o alla Chiesa sembra sufficiente, e ora hanno cose più
urgenti e importanti da fare. La religione è rimasta qualcosa di superficiale,
non ha inciso nel profondo cambiando la mentalità. Pur "chiamati" a
far parte del Regno e gustare le primizie del Cielo, sono restati mondani nel
cuore, obbedendo al principe di questo mondo. Così "andarono chi al proprio campo, chi ai propri
affari". Erano "indegni" del Regno, perché non hanno voluto
lavare le vesti nel sangue dell'Agnello, l'unico "degno" di prendere
il Libro della Vita e aprirne i sigilli per scrivervi i nomi degli
"eletti". Non erano "degni" perché avevano perso la dignità
che viene dall'amore di Cristo.
Mentre alcuni "poi", e sembra
inspiegabile, "presero i servi del Re, li insultarono e li uccisero";
come è possibile questa reazione di fronte a un invito a partecipare al
banchetto di nozze? Si può spiegare solo immaginando quanto schiavi della
superbia e di se stessi erano questi invitati, al punto di non accettare e
dover cancellare dall'orizzonte chi, annunciando loro una Buona Notizia,
contestava la loro vita. Se ti invito a un banchetto ti metto comunque
nella posizione di dover guardare alla tua vita, di pesarla e confrontarla
con quello che ti propongo; se la vuoi difendere per non entrare in crisi,
dovrai mettere a tacere chi te la contesta. In questa luce si possono leggere
le persecuzioni che ha sofferto la Chiesa, tanto più crudeli e cruente quanto
più viscerali e ideologiche. Il potere non può sopportare la libertà dei
cristiani, nell'Impero Romano come nel Giappone del XVII secolo, nel Messico di
inizio '900 come nella Cina e nella Russia comuniste.
Quando la Chiesa "esce" e
annuncia il Vangelo invitando al Banchetto di nozze di Gesù, sta dicendo a
tutti che sono parte di Lui, come una sposa lo è dello sposo; e che l'unica
felicità è potersi unire a Lui e vivere con Lui e di Lui. Per questo è urgente
abbandonare gli amanti che non possono dare la gioia; essi, in realtà,
sono estranei che non c'entrano nulla con la sposa di Cristo.
Chi flirta e si concede al lavoro non sarà mai felice, anche se ha successo;
chi si unisce al denaro sarà sempre sterile; chi si inginocchia agli affetti,
fossero anche i più santi, facendone un idolo, diventerà come loro, muti e
sordi, senza vita. L'annuncio del Vangelo svela la Verità antropologica di ogni
uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio, e smaschera i tentativi mondani di
imitazione del Re Creatore e dei suoi sudditi. Per tutti vi è un solo
"banchetto" di felicità, quello di Gesù! Per accogliere l'invito è
però necessaria l'umiltà di chi è "ora" ai "crocicchi delle
strade", i mendicanti "buoni o cattivi", non
importa; per ascoltare il Vangelo occorre l'umiltà di chi non ha più nulla, che
vive "ora" senza forse sperare nulla; essi sono incapaci di fare
paragoni, perché quello che gli si annuncia è di certo meglio di quello che non
hanno! Ma attenzione, ai "crocicchi" stiamo tutti noi, perché anche
chi crede di avere, in realtà è un nullatenente.
Per questo la Chiesa si reca senza posa
ai "crocicchi" ad annunciare il Vangelo, alle "Periferie"
dell'esistenza e sulle "strade", a raccogliere tutti quelli che
"trovano", senza esigere nulla e senza moralismi. La missione della
Chiesa infatti è quella di portare le persone al banchetto di nozze del Signore
e "riempire la sala". Nella Chiesa poi inizia il catecumenato
attraverso il quale i Pastori e i catechisti decidono se legare o sciogliere in
terra e in Cielo, discernendo i segni celesti incarnati nella vita terrena dei
catecumeni. Può accadere che qualcuno, pur essendo stato "chiamato",
si sia chiuso alla Grazia, nascondendo nel cuore l'idolatria. Può succedere a
noi, anche oggi, di scoprirci "senza abito nuziale". Come il
"tale" scoperto dal Re, anche noi abbiamo lasciato in un
cassetto la veste del battesimo che abbiamo ricevuto; la superbia,
infatti, impedisce di lasciarsi rivestire di misericordia. Chi difende il
proprio uomo vecchio non può rivestirsi di Cristo.
S. Agostino interpreta così: "Dovete
capire, fratelli miei, che compito dei servi era solo quello d'invitare e
condurre i buoni e i cattivi; riflettete che fu il capo famiglia che andò a
vedere, che lo trovò, lo separò, lo cacciò fuori... Quale era l'abito nuziale
che egli non aveva? Non i sacramenti, comuni ai cattivi e ai buoni. È forse il
battesimo? Senza il battesimo nessuno per verità arriva a Dio; ma non
tutti quelli che hanno il battesimo arrivano a Dio.... tale abito lo vedo
nei buoni ma anche nei cattivi. Forse è l'altare o ciò che si riceve
dall'altare. Noi vediamo che molti mangiano, ma essi mangiano e bevono la
propria condanna. Che cos'è dunque? È forse far digiuno? Fanno digiuno anche i
cattivi. È forse frequentare la chiesa? Ma la frequentano anche i cattivi.
Infine è forse fare miracoli? Ma questi li fanno non solo i buoni e i cattivi,
ma talora i buoni non li fanno. Qual è dunque l'abito di nozze? Il fine
del precetto - dice l'Apostolo - è la carità che sgorga da un
cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. Questo è l'abito
di nozze... la carità che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza
e da una fede sincera". Come scriveva San Paolo, senza l'amore di Cristo
tutto è vano.
Anche oggi il Re viene al suo banchetto; viene nella sua
Chiesa, nella vita dei suoi figli, sino alla nostra famiglia, alla scuola,
all'ufficio. E' viva in noi la carità di Cristo, il segno che qualifichi la
fede adulta? Indossiamo la veste bianca che, perdonandoci ogni peccato, ci colma
dell'amore di Cristo? Perdoniamo, scusiamo, abbiamo pazienza e misericordia?
Ebbene, se il Re ci scopre senza carità, non temiamo! Nonostante tutto siamo
ancora suoi "amici".... Non ci infiliamo nel buio dell'orgoglio come
Giuda, ma lasciamoci smascherare e "ammutoliamo" come Giobbe. Ci
siamo introdotti nel banchetto ingannando e mentendo, con il cuore aggrappato
all'Egitto. Accettiamolo senza scusarci e lasciamoci crocifiggere con Cristo,
perché siano "legati mani e piedi" del nostro uomo vecchio, e così
sia "gettato" nella "notte" della morte; se sarà ucciso
oggi, la morte seconda non ci recherà danno. E accostiamoci in fretta al trono
della sua Grazia per rivestircene: "Indossate l'abito delle nozze; rivolgo
quest'esortazione a voi che non l'avete ancora. Voi siete già dentro la
Chiesa, vi siete già accostati al convito, ma non avete ancora l'abito da
indossare in onore dello sposo, poiché andate ancora in cerca dei vostri
interessi, non di quelli di Cristo. L'abito di nozze infatti s'indossa in
onore dei coniugi, cioè dello sposo e della sposa. Voi conoscete lo sposo: è
Cristo; conoscete la sposa: è la Chiesa. Recate onore allo sposo e alla sposa.
Se onorerete come si deve gli sposi, voi ne sarete figli. Fate quindi progressi
a questo riguardo. Amate il Signore e con questo sentimento imparate ad amarvi
tra voi; in tal modo quando vi amerete tra voi amando il Signore, amerete
sicuramente il prossimo come voi stessi. A una persona di tal genere posso
dunque affidare il prossimo. Amate il prossimo come voi stessi" (S.
Agostino).
Ma per amare Cristo e invitare il mondo alle nozze del Figlio preparate per ciascuno, è necessario che nella Chiesa si riscopra il catecumenato: "Per la sua stessa natura il Battesimo dei bambini richiede un catecumenato post-battesimale. Non si tratta soltanto della necessità di una istruzione posteriore al Battesimo, ma del necessario sviluppo della grazia battesimale nella crescita della persona" (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1231). Senza una seria iniziazione alla fede dei suoi membri, la Chiesa resterà irrilevante, e smentirà la sua stessa natura, come il sale che perde il sapore. Occorre "chiamare" instancabilmente a ogni angolo della terra, annunciando il Vangelo che conduca le persone ad iniziare un catecumenato serio che prepari o rinnovi il vigore del battesimo. Senza timore e senza sentimentalismi, siamo chiamati a tornare ad accompagnare le perone perché in esse siano formati gli "eletti" che possano annunciare e testimoniare il Vangelo sino alla fine, al martirio se necessario, in ogni ambito della vita, nella debolezza rivestita della forza di Cristo
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